Credo che non tutti i “Martinofili ” sappiano che a Milano, in via dei Martinitt ( quasi un 0men//)nomen)- Piazza De Angeli- dove c’è un pezzettino di portico, esiste un autentico faro della civiltà del bere.
Parlo del Barmetro, creatura di Giorgio Dambrosio, un autentico Guru del Wiskey, di cui possiede una delle più importanti collezioni al mondo: sì, al mondo!
Giorgio ha insegnato a bere bene a più di una generazione, ed è stato quello, a proposito di Martini cocktail, che ha reso disponibili la ” China Lillet” o il Neuilly Prat, l’unico altro vermuth ” filologico” necessario per preparare , al meglio, il Martini.
Giorgio ha un entourage di discepoli e devoti, sparsi per il mondo, che, quando trovano qualche chicca meritevole di attenzione gliela segnalano o, addirittura gliela portano.
È così che recentemente al Barmetro è arrivato dall’ Australia ” INK”, uno straordinario DRY GIN di colore BLU, secchissimo, full proof, straordinariamente aromatico di Ginepro..
Con uno dei due vermouth che ho nominato sopra, se ne ricava un Martini che ha il colore del mare di Polinesia.
Ma un’altra perversione mi si è accesa: questoMartini si può felicemente coniugare con il Martini Oyster, inventato dal mitico Barman Marcello Lotti :
” si prende un’ostrica freschissima, là si infiza in uno stecchino, si mette il mollusco “a cavaliere” su una coppa Martini, e piano piano si fa gocciolare il cocktail intanto che, mentre lo si versa vada a bagnare il mollusco . Dopodiché si mette l’ostrica in bocca, là si fa girare fra lingua e palato e, senza inghiottirla o masticarla, si centellina il cocktail”.
Un autentico atto di libidine, ma penalmente non perseguibile!
Fulvio Salvatore Foti